RACCONTO E PENSIERI DI VIAGGIO
Ogni fine ha un nuovo inizio. Questo vale per tutto. La mia discesa verso sud, verso Ushuaia, la “fin del mundo” è durata otto mesi, ma ora inizia un’altra grande avventura, nell’avventura. Da oggi inizia la risalita verso nord che mi porterà a Manaus, città brasiliana situata nel cuore della Foresta Amazzonica. Sarà un viaggio lungo e non so cosa mi riserverà, ma sono pronto e curioso.
Lasciata Ushuaia, raggiungo dopo 1.790 km e due giorni di viaggio pieni di imprevisti, sorprese e avventura, PUERTO MADRYN città situata sulla costa atlantica dell’argentina, bagnate dalle acque del Golfo Nuevo e ultima tappa patagonica. Questa piccola cittadina non ha molto da offrire, per non dire quasi nulla, ma deve la sua popolarità alla vicinanza con la PENISOLA DI VALDES, una riserva naturale dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1999.
Mappa Penisola di Valdes – www.puertomadrynturismo.com.arNella riserva vivono, oltre ai pinguini, alcuni mammiferi marini come i leoni e gli elefanti marini, le foche, i delfini, le balene della specie Franca Austral e in un periodo molto limitato dell’anno, le orche. Quest’ultime giungono qui nel mese di ottobre per cibarsi dei cuccioli di foca. Uno spettacolo, per alcuni cruento, duro, ma che comunque fa parte del ciclo naturale della vita e che avrei voluto vedere. Sarà per una prossima volta. Le balene, invece, raggiungono queste acque a maggio e le lasciano verso la fine di dicembre, quando i cuccioli sono abbastanza grandi per emigrare verso acque più profonde.
Una volta giunto a Puerto Madryn e sistemato in ostello, faccio un giro per la città, che ha veramente poco da offrire, ma ne approfitto per sistemare alcune cose.
Essendo una località molto turistica, la notte si trasforma in una città viva e vivace. I locali situati sul lungomare pullulano di gente e avrete solo l’imbarazzo della scelta nel quale entrare. In Argentina hanno abitudini e orari un po’ diversi dai nostri. Di solito non si cena prima delle 22:00 e le serate in discoteca non iniziano prima delle 3:00.
PENISOLA DI VALDES
In ostello trovo un gruppo di quattro pensionati argentini tra i 70 e gli 80 anni. Sono in vacanza per circa due settimane. Vengono da Rosario, città situata tra Buenos Aires e Cordoba, famosa per essere la città con le argentine più belle. O almeno così dicono. Sono in viaggio con un van e anche loro oggi sono diretti alla Penisola di Valdes, così gli chiedo un passaggio che mi concedono molto volentieri. Ottimo!
Durante i 50 km che separano Puerto Madryn da Puerto Piramides, l’unico centro abitato situato all’interno della riserva, parliamo un po’. Loro sono curiosi del mio viaggio, di cosa facessi prima e perché abbia preso questa decisione. Loro mi racconto più o meno le loro storie. Li guardo, li ascolto incuriosito. Penso. Mi piacerebbe arrivare a 80 anni e avere ancora la forza e la possibilità di realizzare un viaggio con amici fidati, ricordando le follie fatte in gioventù, le disavventure trasformate nei racconti più ricorrenti e divertenti. Si perché le disavventure in viaggio, quelle finite bene o senza nessuna brutta fine, diventano i ricordi più divertenti, quelli che iniziano sempre con: “Ti ricordi quella volta che…” e via con risate, aneddoti, interruzioni perché ognuno dei partecipanti vuole dire la sua. O c’è quasi sempre quello bravo nel raccontare che aggiunge la giusta enfasi o la mimica, tipica di noi italiani. Una volta terminato il racconto cala un secondo di silenzio, quasi malinconico, dove ognuno rivive quel momento interrotto da qualcuno che pronuncia l’immancabile frase: “Oh però lo dobbiamo rifare tutti insieme”. La verità è che quel momento, quella esperienza, non tornerà mai più. Nulla torna uguale. Anche se dovessimo tornare nello stesso luogo, con le stesse persone, nulla sarà come la prima volta. Ogni secondo vissuto non tornerà mai ed è per questo che dobbiamo sfruttare al massimo il tempo che abbiamo. Non possiamo permetterci di rimandare o non vivere oggi, aspettando un ipotetico domani. Torneremo insieme da qualche parte, ma sarà per vivere esperienza nuove. Per creare nuovi ricordi che ci faranno ridere, piangere, sentirci malinconici e uniti, ma anche felici di aver vissuto certe esperienze.
Raggiunto l’ingresso della riserva, pago i miei 850 ARS del biglietto e continuiamo per qualche altro chilometro fino a raggiungere Puerto Piramides, dove una volta giunti nei pressi del molo, saluto i miei compagni e mi catapulto ad acquistare il biglietto del tour che mi porterà nel Golfo Nuovo per cercare di realizzare un altro sogno, avvistare la balena Franca Austral.
Le prime barche salpano alle 8:00. Essendo solo riesco a trovare un posto libero rivolgendomi a una delle agenzie situate qui. Acquisto il biglietto a 5.000 ARS. Il prezzo è molto più alto rispetto al mio budget giornaliero, ma come già fatto per l’Isla Martillo a Ushuaia per vedere i pinguini, decido di non pensarci e vivere al massimo queste esperienze che non so se mai potrò avere la fortuna di rivivere nella mia vita. Carpe diem!
Come già successo per quasi tutta la mia permanenza in Patagonia, il tempo non è bello. Vento freddo e nuvole mi accompagnano costantemente, ma ringrazio che non piova.
Il mare mosso e crespo rende la visibilità più scarsa. Siamo seduti ognuno al proprio posto, tutti con un’eccitante trepidazione in attesa del primo avvistamento. Ruoto la testa da un lato e dall’altro. Qualcuno inizia a stare male a causa del mal di mare. Dopo qualche minuto, ecco il primo getto d’acqua proveniente da uno sfiatatoio. Ecco la prima balena. Non sono più nella pelle. È la prima volta che ne vedo una dal vivo. Oggi mi sento in un documentario. Sulla barca c’è fibrillazione. Tutti si spostano su un lato per ammirare questa meraviglioso animale, ma la sorpresa si completa quando avvicinandoci, notiamo che si tratta della mamma con un cucciolo. CHE SPETTACOLO!
Mamma e cucciolo di balena Franca Austral